fbpx

Nicola Zingaretti Segretario

Pubblicato il


Grazie alle volontarie e ai volontari del Partito Democratico ma non solo del Partito Democratico, di coloro che dalla Valle D’Aosta alla Sicilia in questi giorni hanno offerto all’Italia un grandissimo appuntamento della democrazia e per la democrazia italiana. Grazie – questo fatemelo dire- a tutte quelle straordinarie persone, giovani, non giovani, ragazze e ragazzi, che in particolare in questa città mi sono affianco da anni con un affetto e una solidarietà incredibili su ogni scelta che io metto in campo. E grazie perché per me voi siete stati una grande forza, e sono contento che abbiamo vinto ancora un’altra volta grazie a voi.

Grazie ovviamente all’Italia, all’Italia che non si piega e grazie all’Italia che vuole arginare un governo illiberale e pericoloso. Grazie dunque ai ragazzi e alle ragazze italiane di 16, 17 e 18 anni che abbiamo visto in fila nei gazebo. Grazie ai giovani che hanno votato per dare una speranza a questo Paese, grazie agli anziani. È incredibile. Ho visto le fotografie, li abbraccerei tutti e dico grazie alle tantissime e ai tantissimi partigiani ultranovantenni che sono usciti di casa e sono andati ai gazebo a votare, per cambiare. Grazie perché ci avete regalato la democrazia e avete ancora la forza di lottare per la democrazia! Grazie a chi in queste settimane durissime ci ha aiutato ad avere il coraggio per combattere. E quindi sicuramente grazie alle lavoratrici e ai lavoratori: durante la bellissima giornata del 9 febbraio a Roma, in quella manifestazione unitaria, avete dato un segnale a tutti: uniti per combattere! E noi saremo degni di questa vostra indicazione.

Grazie a Milano, e a quella manifestazione bellissima di ieri, grazie a Torino, grazie al sud che lotta contro la mafia, non ha paura di piegare la testa, e lotta per un futuro degno. Grazie, perché vi ho viste protagoniste di nuovo come non mai, per combattere il rischio di un ritorno indietro, alle donne italiane e alle femministe italiane, che sono state in campo. Senza di noi che eravamo impegnati a fare un congresso, avete lottato anche per noi! Grazie alla cultura italiana, grazie agli intellettuali, grazie a coloro che hanno sottoscritto appelli, grazie a quegli uomini e a quelle donne di cultura che hanno capito prima di altri il pericolo che corre questo Paese. E grazie perché con la vostra presenza ci avete ricordato quanto sia importante avere un pensiero e idee critiche, libere. Cuore della creatività della democrazia.

E grazie ovviamente al Partito Democratico e al nostro straordinario popolo del centrosinistra, che il 4 marzo ha subito una sconfitta devastante, che ha avuto paura, si è diviso, è ferito; ma che quando ha visto l’opportunità e la possibilità di cambiare ha reagito, si è rimesso in piedi, è reattivo, è combattivo e oggi ha dato una lezione di democrazia alla nostra Repubblica. Grazie!

Oggi è avvenuto, come noi avevamo auspicato, un grande fatto politico: non sono state solo le primarie del Partito Democratico, sono state le primarie per l’Italia.  E questo è un fatto molto importante che riaccende una grande speranza per il futuro. Una marea di persone, centinaia di migliaia di persone, anche fuori di noi, si sono fidate di noi. E noi saremo degni di questa fiducia, faremo di tutto per esserne degni, perché quanto è avvenuto conferma che noi queste primarie, questa scelta di democrazia è diventata per tante e per tanti la scelta più generale di difesa di un futuro migliore possibile. Io penso ai delusi, a coloro che non sono andati a votare un anno fa e che oggi erano in fila ai gazebo, a quelli che si sono allontanati. Penso a quelli che ci hanno criticato, penso a coloro che ci hanno frainteso; a coloro che non avendo più fiducia in noi hanno votato altre forze politiche che hanno saputo mettere in campo meglio idee suggestive catturandoli nel loro progetto politico. Io penso a loro perché ho visto in questo enorme risultato un primo segnale. Molti sono tornati, stanno tornando e torneranno in quello che dovremo costruire ora: un nuovo Pd e una nuova alleanza, un nuovo campo, largo, unitario e combattivo per voltare pagina in questo Paese.

Oggi ovviamente è un inizio, non illudiamoci. È l’inizio di un percorso difficile. La destra è rocciosa, è forte, è radicata. La destra ha conquistato il potere e non lo cederà in maniera semplice. Questo voto dunque ci carica innanzitutto di una responsabilità, carica me, ovviamente, in primo luogo, di una responsabilità ma come ho sempre detto fino ad oggi io non mi intendo capo, io mi intendo leader di una comunità che dovrà continuare a stare in campo per cambiare la storia della democrazia italiana.

Io dedico e dedichiamo tutti questa vittoria a Greta Thunberg, la ragazza svedese che lotta per la salvezza del pianeta; e dedico, dedichiamo questa vittoria a tutte le ragazze e i ragazzi italiani che il 15 marzo occuperanno le piazze d’Italia per il futuro del pianeta. Noi terremo alta con voi la bandiera della salvezza del pianeta. Perché solo con un nuovo modello di sviluppo torneremo a creare lavoro e benessere per le generazioni future. Dedichiamo questa vittoria ai 5 milioni di poveri che soffrono per le ingiustizie e che noi – vi giuriamo – aiuteremo a riscattarsi, perché noi vogliamo essere i migliori a essere vicini a coloro che si sentono poveri ma vogliamo anche essere i primi che lotteranno affinché chi è povero non sia più povero grazie al suo lavoro e al suo impegno. Dedichiamo questa vittoria ai troppi giovani disoccupati che hanno diritto a un lavoro, a quegli studenti e a quelle studentesse che il potere ignora, perché troppo occupato su 40 migranti sui barconi. Li ignora e li condanna alla fuga dal nostro Paese. Noi siamo qui per permettervi di viaggiare, di conoscere il mondo ma come scelta di crescita e non come obbligo perché a voi l’Italia ha tolto la speranza.

Dedichiamo questa vittoria alle migliaia di imprenditori e imprese italiane che subiscono in maniera drammatica e devastante i colpi della crisi di un governo che ci sta portando al disastro economico. Fanno molta propaganda, fanno molti selfie, fanno molti sorrisi, molti pranzi, molte cene. Fanno tutto all’oscuro di tutto per nascondere una drammatica verità alla nostra Italia: il nostro Paese sta tornando in ginocchio. Hanno rimesso indietro le lancette dell’orologio e hanno paura di assumersene le responsabilità. Calano le esportazioni, crolla la produzione industriale, crolla il fatturato delle imprese, crolla il potere d’acquisto dei salari. Aumenta il costo del denaro, aumentano i disoccupati, aumentano le tasse. Io sento che noi dovremo ripartire da qui. Onorare la promessa che abbiamo fatto significa offrire a questo nostro bellissimo Paese, a questa nostra Italia, un nuovo Pd che sia un nuovo strumento di partecipazione, fondato su due parole: unità e ancora unità, cambiamento e ancora cambiamento.

Questo vorrà dire guardare le persone non dal dirigibile, vorrà dire guardare le persone non da lontano, vorrà dire guardare le persone non dal chiuso delle nostre stanze del potere: no, questo vorrà dire tornare a guardare le persone e la loro vita concreta. È incredibile come il messaggio contenuto nel nostro documento “prima le persone” sia stato capito in questa campagna congressuale più dai cittadini e dalle cittadine che non dalla classe dirigente del Paese.

A me hanno colpito, nei talk show, nelle televisioni, nelle interviste, le facce di sufficienza, quando parlavo della necessità di un nuovo programma, di un nuovo impianto culturale-economico che ripartisse dall’idea di comunità e di persone, quelle facce scettiche, come se volessi buttare la palla in tribuna. Sono rimasto colpito però anche dall’entusiasmo, e a volte dalla commozione di tanti volti di donne, anziani, giovani, uomini, quando proponendo le nostre idee iniziavamo proprio dall’ossessione di rimettere al centro della nostra azione, del nostro riformismo non teorie o schemi ma le persone nella loro condizione umana. Questo sarà molto importante perché da oggi noi non vogliamo solo contestare l’avversario, non solo fare opposizione a questo governo, non vogliamo solo denunciare, -e lo faremo- l’inefficace politica economica per risolvere i problemi dei cittadini messa in campo dal governo giallo-verde. No!

Noi siamo qui e vogliamo ripartire innanzitutto perché siamo convinti di poter mettere in campo idee migliori di quelle del governo giallo-verde per risolvere i problemi delle persone e offrire un’altra strada. Basta con gli schemini astratti, i politicismi, con le incomprensibili ambizioni eccessive; basta con le brame di potere, basta con il gioco delle figurine se stiamo con Tizio, Caio o Sempronio. No, l’agenda del nuovo PD sarà un’agenda nuova, fatta di parole semplici: scuola, scienza, giustizia, infrastrutture, lavoro, conoscenza che poi vuol dire libertà per il genere umano.

Non ha senso la politica se si distanzia dalla condizione umana dell’individuo e per noi sicurezza vorrà dire riaprire una grande agenda politica, programmatica ma anche etica e morale, perché sicurezza significa periferie sicure, dove un ragazzo non deve avere paura a 19 anni di essere colpito da un colpo di pistola che gli segna la vita, sicurezza vuol dire dare il diritto a due ragazzi che si vogliono baciare di non aver paura che qualcuno li insulti sull’autobus, sicurezza vuol dire permettere a un ragazzo che vuole pregare Allah di poterlo fare senza sentirsi deriso, sicurezza vuol dire per tanti ragazzi andare a scuola con la Kippah in testa e sentirsi felice e non vittime di insulti o paure, sicurezza significa rimettere al centro il diritto di vivere sicuri a partire da ciò che si è, si esprime e si rappresenta; tutto l’opposto di quello che sta portando in questo Paese la cultura dell’odio che non aiuta nessuno: non aiuta il profitto, la crescita, il lavoro, la crescita, l’Italia, le persone; la cultura dell’odio serve ai partiti che la propongono ma non serve agli italiani per vivere meglio e noi su questo combatteremo. Per questo io dico “condizione umana”, lo diceva con splendide parole Aldo Moro nei suoi scritti giovanili.

Il PD mi permetto è nato per questo e non lo dimentico perché sono stato un fondatore del Partito Democratico, per unire i credenti e i non credenti nell’onorare la vita nel tempo che ci è dato. Far pulsare di nuovo questo sentimento è la sola via per sconfiggere l’odio, la paura, il razzismo, l’oppressione dei più forti e per riconoscere l’altro da te.  Da questa sera dunque ci rimettiamo in cammino, io non sarò solo e non vorrò mai essere solo. Questa avventura è cominciata qualche settimana fa qui a Roma e su di noi campeggiava una scritta che non dimenticheremo mai “da soli si va più veloci ma insieme si va più lontano” e io rimango fedele e leale a quell’impianto culturale.

Quello che chiedo a tutte e a tutti del Partito Democratico, ma anche a chi non lo è –e invito tutti le italiane e gli italiani da domani: venite, entrate nel nostro partito, perché c’è bisogno di voi, non solo del vostro voto oggi – controllateci affinché sarà più difficile sbagliare di nuovo, voltiamo pagina, ognuno con dentro il cuore le proprie radici, che non dobbiamo rinnegare, perché sono una meravigliosa ricchezza della nostra storia che non dobbiamo demonizzare. La storia è importante non per viverci, perché bisogna vivere nel futuro, ma è importante portarsela dentro perché aiuta a costruire un futuro migliore, senza demonizzare nulla ma anzi costruendo per le nuove generazioni un pensiero nuovo e liberatore.

E quindi venite con dentro il cuore le vostre radici, raccontando con orgoglio le stagioni più belle della nostra storia: l’Ulivo di Prodi, la nascita del PD, l’impegno di tutti i nostri governi che ci hanno salvato dalla bancarotta e dalla catastrofe di questo Paese.  Da domani al lavoro per voltare pagina, io farò di tutto per essere all’altezza ed esserlo vorrà dire saper ascoltare e saper decidere.

Come avevamo promesso noi apriremo una nuova fase costituente per un nuovo PD, che dovrà dare dei segnali chiari, per far contare più le persone ma anche per considerare dentro la vicenda del Partito Democratico tante donne, tanti uomini, tante ragazze, tanti ragazzi, che magari non sono del PD, ma vogliono essere accanto a questa sfida democratica, come nelle primarie.

E quindi costruiremo nuovi dipartimenti, nuovi luoghi nei territori per aggregarsi, ma anche forum tematici, nei quali chiameremo a partecipare il meglio della scienza italiana, delle università, il meglio della scuola, chiameremo chi lavora e chi non ce la fa a lavorare, chiameremo coloro che soffrono e coloro che curano nel nostro sistema sanitario e proporremo un nuovo PD pilastro e baricentro di una nuova fase di riscossa della democrazia italiana. Chiameremo le imprese, gli imprenditori, quel mondo di artigiani, commercianti, che lavorano tutti i giorni e vogliono un Paese migliore, e hanno trovato, se le hanno trovate, troppo spesso le porte delle nostre sedi chiuse, blindate e a volte anche in qualche modo infastidite della loro presenza. No! Spalanchiamo tutto, perché l’Italia ha bisogno di un grande partito e questo partito per rifondarsi ha bisogno di una bellissima Italia che c’è e queste due dimensioni le dobbiamo far incontrare.

Dovremo lottare per un’Italia democratica, integrata, innanzitutto per un Europa rinnovata, da rifondare, libera, forte, democratica, accogliente e per offrire all’Italia un’identità migliore.  Dovremo costruire un campo per inverare veramente la nostra Costituzione, il cui custode impareggiabile in questi anni difficili è stato ed è il nostro grande Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Io vi confesso non ho ancora ben capito perché è toccato a me, non ho capito perché è toccato a me, ma so che è toccato a me. So anche che se siamo arrivati a questo punto del tornante della storia è perché non sono mai stato solo in questa avventura e ho visto i volti e la passione crescere di tanti amministratori, sindaci, giovani, ragazzi e ragazze del mondo dell’associazionismo e ho sentito tante volte da Bolzano a Catania sempre la stessa frase: “Nicola noi torniamo ma stavolta non deludeteci” “Nicola attenti perché è l’ultima spiaggia” “Nicola insieme ce la facciamo ma attenzione non commettiamo errori” e questa assunzione di responsabilità ha una forza perché noi abbiamo smentito quelle che erano le previsioni più angoscianti di 150.000 commentatori che già avevano scritto le orazioni funebri per la speranza del cambiamento.

Oggi abbiamo segnato un passo importantissimo per la storia Repubblicana, ma che noi dobbiamo saper essere solo il primo passo di una rigenerazione democratica dell’Italia che noi dobbiamo costruire – e costruiremo – all’insegna dell’unità e del cambiamento perché amiamo l’Italia e vogliamo dare all’Italia una nuova, bellissima, identità per guardare al futuro!
Grazie!