RIFLESSIONI SULL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO NELLA ZONA DI MONSELICE CON RIFERIMENTO ALLA PRESENZA DI TRE CEMENTERIE
Di recente i temi ambientali sono ritornati all’ordine del giorno a Monselice in
relazione in particolare all’alta concentrazione rilevata per le polveri sottili.
Per questo ritengo utile fornire un contributo su questo problema proponendovi
queste mie riflessioni che sono basate sulla documentazione che mi ha fornito il
comune di Monselice e sulla visita alla cementeria Radici che i cittadini di
Monselice hanno potuto effettuare tempo fa.
Per quanto riguarda l’immissione delle sostanze inquinanti nell’atmosfera, le
cementerie immettono varie sostanze inquinanti che possono essere per comodità
classificate in tre categorie: polveri, sostanze di natura inorganica, sostanze di
natura organica
1. INQUINAMENTO DA POLVERI
Tra la documentazione fornitami c’è la relazione monitoraggio qualità dell’aria a
Monselice del 14/6/2007 con i dati, tra l’altro, relativi alla concentrazione
nell’aria della polvere classificata come PM10 misurata da 3 centraline posizionate
in via del Carmine, in piazza S.Marco e in via Argine Destro. Le rilevazioni
vengono confrontate con analoghe rilevazioni effettuate a Padova in zona Arcella e
Mandria. I dati presenti non consentono di verificare con precisione se vengono
oltrepassati i limiti di legge ma consentono comunque di dedurre con sufficiente
sicurezza che questi limiti in realtà vengono superati. Riepilogo qui alcuni
risultati espressi in microgrammi/metrocubo:
Monitoraggio dal 14/11/2006 al 4/1/2007 volore medio centralina via del
Carmine:quasi 70 - PD Arcella circa 76 - PD Mandria oltre 70 Monitoraggio dal
13/12/2006 al 16/1/2007 valore medio centralina piazza S.Marco circa 83 - PD
Arcella quasi 90 - PD Mandria circa 80 Monitoraggio dal 2/1/2007 al 13/2/2007
valore medio Via Argine destro circa 61 - PD Arcella quasi 90 - PD Mandria circa 76
Monitoraggio dal 31/3/2007 al 30/4/2007 valore medio via argine destro circa 38 -
PD Arcella quasi 50 - PD Mandria circa 45 Come si vede la concentrazione rilevata
dalle prime due stazioni riportate è paragonabile a quella delle due stazioni di
Padova. Mi è capitato, casualmente, tempo fa di percorrere la via principale
dell’Arcella in macchina e di notare lungo questa strada, che è intensamente
trafficata, una strumentazione che aveva l’aspetto di una centralina per il
rilevamento dell’inquinamento atmosferico. Se così fosse, personalmente non ci
troverei niente di rassicurante ad avere a Monselice un inquinamento paragonabile a
quello presente in una strada intensamente trafficata.
La centralina in via Argine destro ha rilevato invece una concentrazione di non
molto inferiore rispetto a quella di via del Carmine.Ricordo qui che le
disposizioni di legge prevedono un valore limite di 50 da non superare più di 35
volte in un anno mentre la media annua non deve superare i 40. Infine nulla si sa
circa la concentrazione di polvere di dimensione inferiore. In proposito ricordo
che le cementerie sono dotate di elettrofiltri con il compito di bloccare le
polveri dirette verso l’atmosfera che vengono recuperate e riutilizzate per
produrre cemento insieme con il calcare e l’argilla. A quanto mi risulta gli
elettrofiltri utilizzati dalle cementerie sono dispositivi molto efficienti
tuttavia i dati che ho riportato e altri diffusi più di recente dimostrano che per
questo tipo di inquinamento bisogna fare dei grossi interventi migliorativi.
2. INQUINAMENTO DA SOSTANZE INORGANICHE
Sono queste per. es gli ossidi di azoto, l’anidride solforosa, il monossido di
carbonio etc. Nella documentazione citata prima sono disponibili solo i dati della
centralina di via Argine destro confrontati con quelli delle due centraline di
Padova. I dati sono rassicuranti con l’eccezione degli ossidi di azoto le cui
concentrazioni sembrano vicine ai limiti di legge, dove il sembrano è sempre dovuto
al fatto che i dati non sono forniti in modo da poter fare precisi confronti con i
limiti di legge. Per quanto riguarda l’anidride solforosa i dati sono così bassi
che mi è sorto il dubbio che siano sbagliati di un fattore 10, comunque anche
correggendoli di questo errore non dovrebbero esserci problemi. Qui c’è da
segnalare che la cementeria Radici ha di recente allestito un sistema di
trattamento dei fumi atto a diminuire l’immissione di queste sostanze. I fumi
vengono fatti infatti passare attraverso un reattivo a proprietà basiche, cioè
l’ammoniaca, che dovrebbe intercettare in buona parte tutti gli inquinanti
inorganici con proprietà acide (cioè la maggior parte) come gli ossidi di azoto,
l’anidride solforosa, l’acido cloridrico ed altri riducendo drasticamente la loro
concentrazione nei fumi immessi nell’atmosfera.
3. INQUINAMENTO DA SOSTANZE ORGANICHE
Sono queste, per es, le diossine, gli idrocarburi aromatici polinucleari, il
benzene etc. I dati di inquinamento degli IPA e del Benzene sono inferiori a
quelli rilevati dalle centraline di Padova, tuttavia non ho ancora avuto modo di
rintracciare i limiti di legge. Ritengo qui invece utile affrontare brevemente la
questione degli odori acri che ha allarmato la popolazione di Monselice nel recente
passato anche alla luce della relazione che l’Università di Padova, Dipartimento
dei processi chimici dell’ingegneria centro studi qualità dell’ambiente, ha
rilasciato al comune di Monselice e che mi è stata consegnata. Da questa relazione
emerge la possibilità che questi odori siano frutto di utilizzo di rifiuti non
adatti mescolati con il calcare e l’argilla rifiuti che potrebbero anche essere
consentiti per legge, come i fanghi ricavati dal trattamento delle acque. Dalla
combustione di questi rifiuti potrebbero essersi prodotte le sostanze, di natura
organica, responsabili degli odori acri. Per quanto riguarda in generale la
combustione delle sostanze organiche, come quelle presenti nei rifiuti di varia
natura, c’è da evidenziare che le cementerie non dispongono di alcun dispositivo
atto a bloccare o perlomeno a diminuire la concentrazione di sostanze che si
possono produrre per effetto della loro combustione come le diossine, i furani e
gli IPA. Infatti mentre i moderni termovalorizzatori fanno passare i fumi
attraverso dispositivi dotati di catalizzatori che distruggono considerevolmente
queste sostanze prodotte dalla combustione di rifiuti, nulla di questo nelle nostre
cementerie. (Preciso che i rifiuti nelle cementerie potrebbero essere usati in due
modi diversi: o mescolati con il calcare e l’argilla che sono le materie prime
usate per fare il cemento o mescolati con il combustibile usato per portare a oltre
1000 gradi il reattore dove avviene la formazione del cemento). In entrambi i casi
l’uso di rifiuti non idonei può provocare la formazione di sostanze pericolose come
quelle prima citate che finirebbero tutte nell’aria. E’ questo anche il caso anche
dei copertoni che si pensava di bruciare mescolandoli con il combustibile.
Da considerare inoltre che i moderni impianti per il trattamento dei rifiuti sono
forniti di un dispositivo di blocco automatico se i sensori che effettuano il
monitoraggio dei fumi misurano una concentrazione di alcune sostanze al di fuori
dei limiti consentiti conseguenza per es. del cattivo funzionamento di parti
dell’impianto mentre questo non è possibile nelle cementerie
Ribadendo che queste considerazioni non hanno nessuna pretesa se non quella di
dare un contributo di riflessione le mie personali conclusioni sono queste:
• Per le polveri c’è una situazione negativa che richiede tempestivi
interventi
• Per gli inquinanti inorganici anche le altre due cementerie della zona
dovrebbero seguire l’esempio della cementerai Radici e istallare gli idonei
dispositivi di trattamento dei fumi
• Per gli inquinanti organici divieto assoluto di utilizzo di rifiuti come
pneumatici o altri per il fatto che le sostanze inquinanti e pericolosa prodotte
dalla loro combustione vanno tutte nell’atmosfera e inoltre massima cautela
nell’uso dei rifiuti previsti per legge (vedi odori acri)
Ben sapendo che su questi problemi si intersecano vari aspetti molto importanti
oltre a quello dall’inquinamento e della salute come per es. problemi occupazionali
penso che in ogni caso il punto di partenza deve sempre essere l’idea del dialogo
per trovare le soluzioni più idonee contando nel senso di responsabilità di vari
attori in causa.
ROBERTO BACCA membro del coordinamento del PD di Monselic